A Pignataro infuria la polemica politica (?) tra i vincitori e i vinti delle ultime elezioni amministrative, focalizzandosi sull’eterno oggetto del contendere rappresentato dalla Patrimonio s.r.l. Chi ha governato negli ultimi cinque anni oggi si trova a fare opposizione e contesta agli ex-contestatori di ieri l’intenzione di mettere mano a un riordino da lungo tempo richiesto e predicato.

E poiché ogni mondo è paese, e Pignataro non fa eccezione, ovviamente, la polemica travalica la corretta dialettica tra forze politiche, tra maggioranza e minoranza e trascende a guerra personale, furiosa, cieca, oseremmo dire all’ultimo sangue. E quando i fendenti, costruiti spesso su ipotesi che nel clangore della lotta diventano reali, cominciano a vorticare dall’una e dall’altra parte, si alzano le grida e gli schiamazzi, magari gli insulti e le calunnie, e si dissolvono i dati del problema. Il risultato è una confusione generale, anche artatamente creata, per confondere ancora di più i cittadini e carpirne la buonafede.

A chi si interessa da lontano alle vicende della cittadina calena, ma forse anche a buona parte dei pignataresi residenti, risulta difficile seguire ragionamenti che prescindono da fatti inconfutabili, da rilievi incontestati, piuttosto che da accuse non provate. Forse è tempo di agitarsi un po’ di meno e riflettere un po’ di più.