La locuzione culto della personalità indica una forma di idolatria sociale che generalmente si configura nell'assoluta devozione a un leader, generalmente politico o religioso, attraverso l'esaltazione del pensiero e delle capacità, tanto da attribuirgli doti di infallibilità.

I culti della personalità caratterizzano di norma gli stati totalitari o le nazioni che hanno sperimentato di recente una rivoluzione. La reputazione di un singolo capo, spesso caratterizzato come "liberatore" o "salvatore" del popolo, eleva questi a un livello quasi divino.

Il livello di adulazione può raggiungere vette che appaiono assurde agli estranei.

I culti della personalità mirano a far apparire il capo e lo stato come sinonimi, così che diventi impossibile comprendere l'esistenza dell'uno senza l'altro. Aiuta inoltre a giustificare le regole spesso dure della dittatura, e a propagandare nei cittadini la visione che il capo opera come un governante giusto e buono. In aggiunta, i culti della personalità spesso sorgono dallo sforzo di reprimere l'opposizione interna a una élite dominante.

Il culto della personalità può collassare molto rapidamente dopo l'estromissione o la morte del capo. In alcuni casi, il capo precedentemente soggetto al culto della personalità venne diffamato dopo la sua morte.

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