E’ il mese del canone TV che di anno in anno si rivela sempre più anacronistico e ingiusto.

Il pagamento dell’”abbonamento alle radioaudizioni” è disciplinato dal RDL del 21 febbraio 1938 n° 246, cioè di 74 anni fa!!!. Allora non c’era la TV, non c’era il satellite, ovviamente non c’era l’offerta televisiva variegata di oggi e non c’era Internet che permette di vedere i programmi di tutto il mondo.

L’abbonamento è dunque una tassa di possesso dell’apparecchio televisivo, indipendente dall’uso. Ciò non toglie che questa tassa o imposta (i pareri sono discordi) pro-RAI è ingiusta e ingiustificata perché:

1. ormai i migliori programmi sono a pagamento;

2. per le famiglie meno abbienti e più deprivate culturalmente la TV è l’unica fonte di formazione e informazione e quindi si tratta di un servizio essenziale che deve essere garantito a prescindere;

3. perché buona parte della popolazione non lo paga e in alcune zone si tratta della maggioranza;

4. perché la Rai ha cessato da tempo di essere un servizio pubblico e tale concetto va rivisto alla luce del progresso tecnologico di oggi e delle prospettive di domani.

Eliminare il canone e togliere il tetto alla pubblicità per la RAI sarebbe cosa buona e giusta.